Premetto subito che in questo “articolo” si leggeranno cose abbastanza impopolari e dissacranti per alcuni guru del marketing, ma è da un po’ che voglio scriverlo. Non è mia intenzione offendere nessuno, ma sono cose su cui vorrei obiettare da tempo e quale migliore occasione di ritornare a scrivere per iniziare a pulire le ragnatele su questo blog?
E poi, voglio dire, se durante le pubblicità di Youtube io devo accettare quel faccia di culo che dice “Vuoi fare un sito web? Non farlo!”, non vedo perché anche io non possa dire la mia. Non ancora sul settore del faccia di culo in questione ma prima o poi sistemo anche lui. Oggi voglio “prendermela” con chi attribuisce al logo di un’azienda un fattore di scelta dei potenziali clienti e di come vengono descritti alcuni progetti di creazione anche alla luce dei committenti che li commissionano. Oggi parlo della fuffa sul logo.
Mi capita sempre più spesso di leggere, così come prima mi capitava di vedere sulle slide di alcuni corsi, dell’importanza del logo di un’azienda nel processo di scelta da parte di un cliente. Il logo, secondo molti formatori che usano dalle cinque alle sei slide per spiegarcelo, fa sì che un utente che cerca un determinato servizio, possa privilegiare un’azienda piuttosto che un’altra (che bello il piuttosto che utilizzato correttamente, NDR) perché quel logo gli dà più sicurezza, lo tranquillizza (!!), lo mette a suo agio. E io che pensavo i clienti scegliessero in base al prezzo e alle recensioni. Invece no, la forma di un logo, più spigoloso o più tondeggiante, più arabeggiante o meno gotico, secondo i guru, dovrebbe influenzare la scelta. E allora proviamo a figurarci il processo nella mente del cliente medio, indeciso se scegliere la ditta X o la ditta Y per far svolgere un servizio.
“Mmm…sono indeciso, il logo di X mi piace da morire, mi tranquillizza e mi trasmette armonia. Y invece ha un logo troppo irregolare, non credo rispecchi l’immagine che si vuole dare. Controlliamo i prezzi… ah Y mi fa pagare il servizio due euro in meno, quasi quasi lo contatto”
Ovviamente sto estremizzando per spiegare il mio punto di vista che nasce dalla mia esperienza e che mi ha fatto partorire la seguente riflessione: il logo bello ok, ma non se lo caga nessuno. Tantomeno se lo ricorderà a meno che tu non sia la Coca Cola, Spotify o abbia tanti soldi da investire per posizionarti nella mente delle persone con tanta tanta pubblicità e incrociare le dita che ti vada tutto bene, offrendo un servizio grandioso.
Avrei qualcosa da dire anche sui racconti e la prosopopea della scelta delle forme e dei colori scelti perché richiamano concetti o fatti storici o elementi impensabili. Soprattutto agli occhi di committenti che spesso non ne sono per niente a conoscenza. Così spesso sento parlare di verdi scelti perché richiamano le foglie di eucalipto che masticavano i koala degli incendi in Australia, o di grigi che ricordano i cieli di alcune contee sperdute dell’Irlanda che avrebbero poi un nesso con non si sa bene cosa dell’azienda che produce pezzi di ricambio per stufe a pellet a Lifford. Con questo non voglio dire che i colori non siano importanti, anzi, scrivo in grande ‘che è meglio precisare:
i colori sono importanti, non si scelgono a caso!
Detto questo, secondo me, semplicemente ci sono colori che stanno bene con altri e altri che ci stanno meno bene. L’importante è scegliere colori che stiano bene insieme e che diano una linea particolare e uniformi per tutti il progetto. Ma questa scelta non allarmerà o tranquillizzerà i clienti i quali sceglieranno sempre e comunque in base al prezzo e alle recensioni / passaparola.
I miei colori, con i quali ho scelto di “brandizzare” (che brutta parola) il mio sito li ho scelti in base al mio gusto personale. Non sono sicuramente andato a leggere che effetti poteva dare il giallo a chi visualizzava le foto in duotone che ho inserito. Il mio logo attuale non ha nessuno studio dietro, viene fuori da una tavoletta grafica (chiamiamola così) di una persona a me cara che mi ha stilizzato così, mi è piaciuto e l’ho adottato. Si tratta di una questione di immediatiezza, di codice binario 0 o 1, mi piace sì o no. Tutto il resto è fuffa. Secondo me.